Il parkour è uno sport estremo nato in Francia agli inizi degli anni ‘90 e divenuto molto popolare soprattutto tra la cultura underground.

C’è addirittura chi sostiene che il Parkour sia stato introdotto in Europa durante la Prima Guerra Mondiale da Georges Hébert, un ufficiale navale francese che promosse un nuovo tipo di allenamento fisico basato su volteggi, salti, equilibrio, scalate, arrampicate, da eseguire superando qualsiasi genere di ostacolo si incontrava, adattando il proprio corpo all’ambiente circostante. Hébert divenne dunque professore di educazione fisica al collège di Remis, in Francia, ed elaborò un “metodo di allenamento naturale” consistente di 10 pratiche fondamentali: cammino, corsa, salto, movimento quadrupede, arrampicata, equilibrio, lancio, sollevamento, auto difesa e nuoto.

La base della filosofia del Parkour è dunque “l’hébertismo”, un metodo di allenamento fondato da Georges Hébert durante i primi anni del ‘900, il cui motto è infatti “essere forti per essere utili”.

Il Parkour

Il parkour è uno sport metrolopitano che prevede il superamento di ostacoli disposti su un percorso attraverso l’utilizzo di tecniche più o meno difficili. La complessità delle azioni e la fluidità dei movimenti è una forte componente che rende questa disciplina molto spettacolare e piacevole da osservare.

Nella pratica dei fatti consiste nell’eseguire un percorso, superando qualsiasi genere di ostacolo con la maggior efficienza, velocità e semplicità di movimento possibile. Chi pratica questa disciplina deve imparare ad adattare il proprio corpo all’ambiente circostante, sia naturale che urbano, attraverso corsa, salti, equilibrio, scalate, arrampicate, ecc.

I primi termini utilizzati per descrivere questa forma di allenamento furono «arte dello spostamento» e «percorso». Il termine parkour, coniato da David Belle deriva invece da parcours du combattant (percorso del combattente), ovvero il percorso di guerra utilizzato nell’addestramento militare proposto da Georges Hébert. Alla parola parcours, Belle sostituì la «c» con la «k», per suggerire aggressività, ed eliminò la «s» muta perché contrastava con l’idea di efficienza del parkour. I praticanti del parkour sono chiamati tracciatori (traceurs), o tracciatrici (traceuses) al femminile.

Lo scopo del parkour è spostarsi nel modo più efficiente possibile, da un punto A di partenza a un punto B di arrivo, sfruttando i propri mezzi fisici e l’ambiente circostante. Per efficiente si intende il più semplice e veloce. Per distinguere che cos’è il parkour da che cosa non è, basta pensare a come sarebbe utile muoversi in una determinata situazione d’emergenza o fuga. Il parkour è utile in situazioni di emergenza, ma può esserlo anche in qualsiasi momento della giornata, riducendo, ovviamente dopo aver consolidato la propria tecnica, i tempi di spostamento da un luogo all’altro, oltrepassando con semplicità le diverse barriere architettoniche lungo il cammino.

Bandiera parkour

Come imparare il parkour

I puristi di questa disciplina sostengono che si debba semplicemente uscire per strada ed imparare sperimentando personalmente. In realtà sono molti i corsi nati per insegnare come praticare in estrema sicurezza questa disciplina. Sia che ci si affidi ad un istruttore o che si faccia da sé, è fondamentale apprendere:

  • Volteggio: ossia, come trovare sempre la scelta migliore per superare un ostacolo in sicurezza e nella massima ricerca della fluidità.
  • Atterraggio: le tecniche di atterraggio sono fondamentali per attutire l’arrivo e l’impatto col suolo.

  • Arrampicata: imparare a sviluppare il miglior approccio ad un ostacolo in modo da superarlo in maniera fluida. La parete è uno degli ostacoli più presenti, ecco perché è importante apprendere tecniche di presa e di scalata per agevolare l’arrivo da un salto.

  • Percorso: dopo aver acquisito le singole tecniche è importante riuscire a tracciare un percorso con l’utilizzo delle tecniche studiate superando gli ostacoli in maniera fluida e continuativa.

I Movimenti del Parkour

Per iniziare a praticare parkour c’è chi si affida ad un maestro e chi, da vero purista della disciplina, preferisce uscire per strada e sperimentate.

Non essendo prevista una scuola ufficiale, non esiste nemmeno una reale lista di movimenti ufficialmente riconosciuti nel parkour. E’ però possibile distinguere una serie di movimenti base e riconosciuti da tutti i suoi praticanti.

  • Cat leap: posizione, spesso preceduta da un salto, in cui ci si aggrappa alla cima di un muro con entrambe le mani, e almeno con uno dei piedi, sulla sua superficie.
  • Dyno: movimento presente anche nell’arrampicata, partendo da una posizione di Cat leap, si proiettano entrambe le mani verso l’alto, per afferrare un appiglio e salire.
  • Climb up: un metodo per salire su un ostacolo efficacemente, partendo da una posizione di Cat leap.
  • Pop up: movimento simile al climb up, ma eseguito su ostacoli più bassi e in velocità.

Volteggi

I volteggi sono movimenti il cui scopo è generalmente di superare l’ostacolo con le proprie agilità.

  • Step vault: si tratta di un volteggio di base, spesso il primo ad essere imparato, che consiste nel superare l’ostacolo appoggiando un braccio e la gamba opposta su di esso facendo passare la gamba interna nel mezzo per garantire la massima sicurezza possibile.
  • Kong vault: è un volteggio di base che prevede che il traceur appoggi entrambe le mani sull’ostacolo e faccia passare le gambe nel mezzo.
  • Lazy vault: un volteggio dove la mano più vicina all’ostacolo viene appoggiata su di esso e spinge il corpo più in alto possibile, per poter passare entrambe le gambe oltre. Quando sono passate, l’altra mano si appoggia sull’ostacolo e aiuta a spingersi via.
  • Speed vault: un volteggio eseguito in corsa durante il quale si effettua un salto, portandosi in orizzontale parallelamente all’ostacolo e poi, quando si è prossimi a esso, si appoggia una mano per aiutarsi a riprendere la posizione verticale.

Il parkour, uno sport spettacolare

La diffusione del Parkour si è avuta attraverso il passaparola ma anche grazie a Internet e al grande schermo. Sono infatti i video postati sul web e il cinema che hanno fatto conoscere questa disciplina ai ragazzi di tutto il mondo. Sono inoltre tantissimi i giochi per console che vertono sull’uso del Parkour. Dagli anni novanta ad ora sono stati girati anche numerosi documentari su questa disciplina, come ” My Playground”, “Jump London”, “Jump Britan” e 3 film che vedono protagonista lo stesso David Belle.

Il Parkour in Italia

Il parkour arriva in Italia attorno al 2005, sviluppandosi molto grazie al web. Siti minori di rilevanza locale fondati dai praticanti incominciano a creare i primi incontri tra tracciatori.

Nel consiglio nazionale del 19 dicembre 2017, il CONI riconosce il parkour come disciplina ufficiale, aggiungendolo all’elenco delle discipline sportive. Una delle prime palestre di parkour ad aprire in Italia fu il Momu (movimento mutamento)

L’associazione italiana Parkour.it nasce nel 2005, organizza i più importanti raduni italiani (4 Raduni Nazionali Parkour), partecipa all’organizzazione di grandi eventi internazionali (Parkour World Meeting Berlin) ed è una delle prime realtà che ha contribuito allo sviluppo del parkour in Italia.