Il Base Jumping è uno sport per veri coraggiosi. La sigla B.A.S.E. è in realtà un acronimo e sta per: Buildings, Antennas, Span, Earth proprio perché chi decide di cimentarsi in questo sport si butta da palazzi, grandi antenne o torri, ponti o alture naturali come le scogliere.

Insomma, la parte forse più complessa del Base Jumping sta proprio nel trovare il coraggio di lanciarsi a picco anche da centinaia di metri prima di aprire il paracadute. Il tempo di apertura di quest’ultimo è limitato, aspetto che rende molto pericoloso questo sport che è stato vietato in alcuni paesi.

La storia del Base Jumping

Il base jumping è una disciplina sportiva estrema che affonda le sue origini agli inizi del ‘900. Il capostipite di questa disciplina è Frederick Law che, lanciandosi dalla statua della Libertà nel 1912, lasciò tutti a bocca aperta e diede l’ispirazione a sempre più numerosi emulatori.

Il termine è però stato coniato nel 1981 da Carl Boenish, padrino del Base jump e film maker. In quegli anni Carl Boenish abbandonò la sua carriera di ingegnere per diventare uno skydirver a tempo pieno e un film maker. Le sue imprese furono molte e tutte davvero spettacolari e fu proprio grazie a lui che, nel 1978, il Base jumping fu elevato a livello di sport ricreativo.

Nel corso della sua carriera Carl si è lanciato dalla cima di montagne e da numerosi grattacieli di Los Angeles. Ogni volta ha documentato i suoi salti liberi con il paracadute filmandoli e contribuendo ad aumentare la popolarità di questo sport. E’ addirittura stato girato un documentario dal titolo “Sunshine Supermanper” per documentare la vita di Carl Boenish e la storia del Base jumping.

Ma c’è anche un italiano tra colore che hanno scritto la storia del Base Jumping! Si tratta di Giovanni Carta, un aviatore e un paracadutista italiano che venne soprannominato The Birdman (“Uomo uccello”).

Meglio conosciuto come John Carta perché in seguito prese la nazionalità statunitense, Giovanni è stato un pioniere del Base jumping. Iniziò la sua carriera come pilota di elicottero e aeroplano e, spinto dalla sua passione per il volo, arrivò anche a sperimentare alcune speciali alette, chiamate bat wings, per prolungare la caduta con volo semi-orizzontale.

In Italia è particolarmente noto il salto dal Becco dell’aquila sul Monte Brento. Umberto Giovannini è stato il primo italiano a saltare dal Monte Brento.

Salto BASE jumping

Uno sport davvero social!

Si tratta di una pratica sportiva in grado di calamitare l’attenzione di tantissimi utenti, e per questo la produzione video al riguardo presente sul web è davvero ampia, ma rimangono comunque in pochi i coraggiosi che hanno la reale volontà di provare una esperienza così unica. I video pubblicati sulle pagine Facebook, YouTube ed Instagram dei vari atleti hanno negli anni contribuito a diffondere questo sport.

Il base jumping è nato dal paracadutismo ma è generalmente realizzato a quote molto più basse rispetto a questi ed avviene, inoltre, vicino all’oggetto che funge da piattaforma di salto.

I base jumper, nei primi secondi di caduta libera, hanno una resistenza quasi nulla da parte dell’aria, per questo motivo devono portare particolare attenzione alla posizione del corpo al momento dello stacco che andrà a determinare la stabilità di caduta prima che la velocità sia sufficiente a permettere la stabilità aerodinamica.

Nei salti BASE bassi l’apertura del paracadute avviene durante questa prima fase di volo, per cui se lo stacco non avviene correttamente, il jumper potrebbe ritrovarsi, senza avere il tempo di correggerla, in una posizione scomposta al momento dell’apertura con il rischio di incorrere in malfunzionamenti quali aggrovigliamenti o aperture fuori asse.

A premiare ogni impresa, vengono assegnati i numeri BASE a coloro che hanno effettuato almeno un salto da ciascuna delle quattro categorie (edifici, antenne, ponti e terra). Quando Phil Smith e Phil Mayfield saltarono insieme da un grattacielo di Houston il 18 gennaio 1981, furono i primi a raggiungere i numeri esclusivi BASE (BASE #1 e #2, rispettivamente), avendo già saltato da ciascuno delle quattro tipologie. Jean e Carl Boenish acquisirono i numeri BASE #3 e #4 subito dopo. Ad ottobre 2011 oltre 1.500 numeri BASE sono stati rilasciati ai jumper che ne hanno fatto richiesta.

La psicologia del B.A.S.E. Jumping

Un passo nel vuoto, un istante che toglie il fiato. La mente vola ma, al tempo stesso deve controllare ogni minimo movimento. Poi il paracadute si apre… Il base jumping è apparentemente semplice ma bisogna sempre ricordare che volare via da un luogo fisso è difficile e richiede tecnica e tanto coraggio.

Cosa spinge realmente gli appassionati di questa disciplina? Gli psicologi lo sintetizzano così: provare a se stessi di non aver paura di morire aiuta a sentirsi vivi.

Per i neuroscienziati l’ormone dell’adrenalina, simile a una droga, allevia il dolore di affrontare la realtà con tutte le sue costrizioni. In un solo salto si fondono la voglia di essere liberi e il bisogno di sedare quel malessere quotidiano fatto di responsabilità e apatia. Ci si può gettare da palazzi, antenne, ponti o scogliere… Ciò che conta è sfidare e vincere sulla paura.

Cosa serve per praticare BASE Jumping

Il Base Jump è uno sport che va praticato con molta attenzione alla sicurezza. Serve un’ottima preparazione tecnica e un assoluto rispetto delle regole. Iniziamo subito col dire che non è un’attività sportiva praticabile da chiunque! Servono infatti delle precise caratteristiche. Tanto per cominciare bisogna essere maggiorenni.

Inoltre è necessario aver già fatto almeno duecento lanci da un aereo con il paracadute, aver frequentato un corso specifico ed essersi buttati prima da un ponte. Ci vogliono anni di addestramento e di passione per raggiungere l’abilità necessaria e bisogna sempre ricordare che è uno sport che non perdona alcun errore.

Uno sport davvero estremo

A causa dell’elevata pericolosità del Base Jump, molti paesi hanno dichiarato illegale questa attività. Le morti causate dal Base jumping tra il 1981 e la fine del 2011 sono stimate in 180, ma molti base jumpers ritengono che siano anche di più.

Tuttavia, da quando hanno iniziato a diffondersi le tute alari, la disciplina ha aumentato sensibilmente il livello di sicurezza, aumentando la distanza dai possibili ostacoli.
Durante i primi anni ottanta quasi tutti i salti di BASE venivano infatti realizzati con l’equipaggiamento standard del paracadutismo.

Oggi, invece, sono state sviluppate attrezzature e tecniche specializzate progettate esclusivamente per le esigenze del BASE jumping allo scopo di aumentarne sia le prestazioni che il livello di sicurezza.