La pesca subacquea in apnea è un’attività di pesca praticata con la tecnica dell’immersione senza l’ausilio di attrezzature autonome di respirazione, quindi con il trattenimento del respiro (apnea).

Quando ci si avvicina alla pesca subacquea in apnea bisogna tener presente che la tecnica, e l’acquaticità si potranno acquisire con il tempo, queste doti incrementeranno l’esperienza e contribuiranno a formare un buon pescatore subacqueo. La dote importante da ottenere prima dell’attività sarà la preparazione atletica.

Si tratta di uno sport che richiede un certo sforzo ed è bene essere preparati. Nuotare in apnea a contatto con la natura vi darà però enormi soddisfazioni e ne varrà sicuramente la pena.

Cosa serve per iniziare a fare pesca subacquea

Per iniziare a praticare pesca subacquea in apnea dovrai munirti di:

  • maschera subacquea: La maschera deve garantire buona vestibilità, ottimo campo visivo e volume contenuto.
  • boccaglio: L’aeratore è un tubo, preferibilmente corto e largo, che permette la respirazione al subacqueo in superficie.
  • pinne: Le pinne scelte di solito sono lunghe con pala in tecnopolimero o, nelle versioni più moderne, in composito realizzato con fibra di carbonio o fibra di vetro.
  • fucile subacqueo o fiocina (sia a mano che con elastico). I fucili subacquei, annoverati tra gli attrezzi consentiti per la pesca sportiva dall’art. 138 lett.e del D. P. R. 1639/68, possono essere ad aria compressa oppure a propulsione elastica (arbaléte) e consentono un unico tiro a distanze relativamente modeste, contenute nel migliore dei casi entro 3–4 m.
  • muta: La muta serve per la compensazione d’assetto, per la protezione dal freddo e dalle possibili abrasioni da contatto con rocce. Le mute normalmente utilizzate hanno spessori compresi tra 3,5 e 7–8 mm. Meglio optare per una muta senza cerniere e monofoderata. Scegliete poi una muta di colore scuro o mimetica in modo da dissimulare la vostra presenza.
  • zavorra: La zavorra è costituita da una cintura che trattiene saponette di piombo, mediamente di 1 kg l’una, in quantità relativa alla profondità d’esercizio e allo spessore della muta. Per calcolare il peso della zavorra, esiste una regola semplice, la regola del 1 per 10, cioè 1 kg di piombo per ogni 10 kg che pesa il pescatore. Questo si applica per una muta da 7 mm di spessore e una profondità d’esercizio tra 8 e 10 metri. Per una muta da 5 mm di spessore, il rapporto è di 700/800 gr per ogni 10 kg. Inoltre, più si pesca in profondità, meno peso serve.
  • boa segna sub, La boa segnasub è un galleggiante munito di una bandiera rossa con striscia diagonale bianca. Il suo compito è quello di dare il segnale di uomo immerso. È forse l’accessorio più essenziale di un corredo per la pesca in apnea. Prediligete una boa sufficientemente grande da essere avvistata anche a grandi distanze. Ricordate poi che dovrete operare in un raggio di 50 m dalla verticale della boa!  Per la vostra sicurezza le imbarcazioni potranno transitare a non meno di 100 m dalla vostra boa.

pesca in apnea

Un po’ di storia

La pesca subacquea in apnea ha origini antiche e si tramanda da diversi secoli. Inizialmente è stata praticata dall’uomo per procurarsi il cibo o per raccogliere oggetti necessari a svolgere piccole funzioni quotidiane. Si pensi, ad esempio, alla raccolta di perle per scambi commerciali o per costruire gioielli o all’uso delle conchiglie.

Fino agli anni quaranta è stata praticata soprattutto dai pescatori di ostriche nell’Oceano Pacifico e di spugne nel Mediterraneo. Si immergevano a corpo libero, muniti quasi esclusivamente di coltello o piccole aste.

L’utilità e il piacere della pesca in apnea hanno però portato a netti miglioramenti sia nella tecnica che nell’attrezzatura utilizzata. Verso gli anni cinquanta ha quindi avuto un costante e notevole sviluppo tanto che la FIPS, allora federazione di sola pesca sportiva dalla superficie, dette inizio ad una lunga serie di competizioni di pesca subacquea, e per forza di cose si occupò anche dello sviluppo delle attività subacquee in generale.

Oggi viene praticata prevalentemente per sport e attività ricreativa da moltissimi appassionati. Per essere praticata come attività professionale è necessario ottenere una licenza di pesca subacquea specifica da parte delle regioni.

La Pesca subacquea in apnea

La pesca subacquea in apnea è riconosciuta dalla normativa nazionale e comunitaria al pari di altre forme di pesca sportiva di superficie. 1la sua particolarità consiste proprio nell’atto dell’immersione che si svolge in apnea. Il pescatore deve essere in grado di trattenere il fiato per pochi minuti cercando la preda libera nel suo habitat naturale. Gli atleti migliori arrivano addirittura a trattenere il fiato per 2 o 3 minuti!

L’azione di pesca si svolge in pochi minuti e tutto deve essere preparato a dovere. Dopo un’attenta preparazione in superficie, l’atleta dovrà effettuare la discesa e, una volta raggiunta la posizione corretta con appostamento, avvicinamento, o ingresso in tana, dovrà tirare e risalire in superficie.

La scelta del pesce non è casuale. Solitamente si predilige la cattura di pesci di maggiori dimensioni e con un coefficiente di difficoltà più alto. Ma non è importante solo la scelta del pesce da voler catturare, anche la location ha una certa priorità.

I fondali adatti a questa pratica sono prevalentemente rocciosi, o di coralligeno di piattaforma (identificato con il termine grotto), ma si ottengono buoni risultati anche in zone meno ricche di anfratti o con prevalenza di posidonia. Ogni atleta sa che tutto ciò che va ad intaccare la monotonia del  fondale diventa un richiamo irresistibile per molte specie. Particolarmente adatti sono le rocce solitarie, i relitti, o anche solo una tubatura. Le batimetriche più usuali sono comprese tra la superficie e i primi 15-20 metri.

Requisiti necessari alla pesca in apnea

Se fino a qualche anno fa veniva identificata come “pesca subacquea”, oggi il termine considerato più corretto è quello di “pesca in apnea” proprio per sottolinearne il valore sportivo e la radicale differenza rispetto a quella effettuata in passato con l’ausilio di autorespiratori.

L’atleta deve infatti essere in grado di gestire e mantenere l’apnea per il tempo necessario a catturare il pesce prescelto. Gli atleti migliori arrivano addirittura a prolungare l’apnea per due o tre minuti. Inoltre, un ristretto numero di atleti particolarmente dotati, è in grado di pescare con continuità oltre i 30 metri e raggiungere profondità vicine a 40-50!

Va da se che è richiesta una buona forma fisica generale, con particolare attenzione allo stato di salute dell’apparato cardio-circolatorio.

Ma, per ottenere buoni risultati, è necessario anche possedere la capacità di gestire al meglio l’apnea. Il pescatore deve inoltre avere un ottimale adattamento all’ambiente marino e una profonda conoscenza delle abitudini delle specie prese a bersaglio. Si tratta di abilità che vengono affinate costantemente grazie alle ore trascorse in acqua.

Come tutti gli sport richiede dunque una certa preparazione e l’importante è andare per gradi. Inizialmente si potrà pescare in basso fondale, entro i 10 metri, per poi spingersi sempre un po’ oltre grazie all’esperienza acquisita.

Soprattutto all’inizio è bene praticare questo sport con una compagno di pesca in modo da essere sorvegliati ed assistiti se necessario. Ricordate inoltre di monitorare le condizioni meteo e prediligere le belle giornate di sole con mare calmo.

Detto questo, non vi resta che buttarvi!